Dieta o stile di vita?

Tutti ormai utilizziamo erroneamente il termine dieta: “devo mettermi a dieta”, “sto seguendo una dieta”, “che dieta hai fatto?”, eppure il greco e il latino ci ricordano che dieta significa modo di vivere, stile di vita. E allora perché non proviamo a cambiare prospettiva e iniziamo a farlo chiedendoci come scegliamo di vivere ogni giorno?

Sì, perché alla fine si tratta di scelte personali, sicuramente influenzate dal contesto sociale di cui facciamo parte, ma pur sempre scelte personali.

Partiamo dall’alimentazione, pensiamo alla nostra giornata tipo e magari scriviamo su un quaderno cosa abbiamo mangiato ieri a colazione, a pranzo e a cena, senza dimenticare le pause dal lavoro, l’aperitivo o il dopo cena. Ed ecco che abbiamo saltato la colazione perché eravamo in ritardo e ci siamo limitati a bere un caffè al volo, durante la mattina gli impegni pressanti ci hanno concesso solo qualche pausa caffè al quale forse abbiamo abbinato un cornetto, a pranzo abbiamo mandato giù un tramezzino al volo, senza neanche sederci e siamo arrivati all’ora della cena o dell’aperitivo affamati come lupi, pronti a ingurgitare qualsiasi cosa ci venga presentata. Nostro figlio al quale abbiamo consigliato di fare colazione prima di andare a scuola, magari ha bevuto la tazza di latte accompagnata dalla merendina di turno, a scuola prenderà qualcosa al distributore, il pranzo della mensa è spesso un’incognita e anche lui o lei arriverà a cena affamato.

Non tutti si identificheranno con questo ipotetico scenario, ma so che per molti è la normalità, una normalità alimentata e sponsorizzata anche dalle pubblicità che ci ricordano quanto sono buoni i cibi industriali o che qualora si mangiasse in maniera inadeguata ci sarà sempre il farmaco di turno che interverrà per spegnere i sintomi; sì esattamente i sintomi, perché a quello si limiterà, lasciando che le cause restino vive anche se nascoste. 

Sarebbe ora che imparassimo nuovamente a rispettare il nostro corpo, introducendo in esso ciò di cui ha veramente bisogno, ovvero i nutrienti.

L’alimentazione è essenziale per vivere perché da essa dovremmo ricavare l’energia che ci consente di svolgere tutte le nostre attività giornaliere. In termini di energia possiamo riferirci alla composizione degli alimenti che ingeriamo, dividendoli in macronutrienti (carboidrati, quindi zuccheri, lipidi, cioè grassi e proteine) e micronutrienti, quelle sostanze presenti nel cibo in quantità molto piccole ma comunque importanti (si pensi ad esempio alle vitamine): conoscerli ci permette di comporre i nostri piatti in maniera salutare e consapevole.

Quando parliamo di nutrienti, dovremmo pensare non solo alla quantità ma anche e soprattutto alla qualità, dovremmo imparare a scegliere, a leggere le etichette, a inserire nella nostra dieta quotidiana frutta e verdura, ancor meglio se a chilometro zero, ad abbandonare gli zuccheri aggiunti (inutili e dannosi), le farine raffinate, gli edulcoranti, i conservanti e i grassi idrogenati. Ma non solo, è importante anche porre attenzione alla salute del microbiota intestinale e all’infiammazione da cibo, introducendo la rotazione degli alimenti.

Io, ad esempio, tramite un test dedicato, ho scoperto di avere in questo momento della mia vita un’infiammazione data da lieviti, frumento e nichel e mi sto attenendo ad una dieta di rotazione che ha dato i primi evidenti risultati dalla prima settimana.

Ognuno di noi, in quanto essere unico e irripetibile, può trovare il suo equilibrio personale seguendo alcuni consigli generali ma soprattutto ascoltandosi e prestando attenzione a ciò che il proprio organismo comunica e non mi riferisco solo ai sintomi fisici, non commettiamo l’errore di separare il fisico dalla mente e dalle emozioni: se così fosse come potremmo spiegare che quando proviamo vergogna diventiamo rossi in viso o che quando ci innamoriamo sentiamo le farfalle nello stomaco? O ancora che in caso di attacco di panico o di ansia i sintomi siano prevalentemente fisici. Ascoltiamoci nella nostra interezza intendendo la salute come benessere fisico, mentale, emozionale, sociale e spirituale e cogliamo in tal modo l’esperienza umana nella sua globalità.

Quindi l’alimentazione alla base ma non da sola, ecco perché preferisco parlare di stile di vita piuttosto che di dieta, termine che nella cultura occidentale rimanda automaticamente alle calorie!

Gli abitanti dell’isola di Okinawa situata al sud del Giappone sono famosi per la longevità: pare che la maggior parte di loro arrivi alla soglia dei cento anni indipendente e in buona salute: l’alimentazione svolge un ruolo importante ma come elementi determinanti vengono indicati il senso di appartenenza alla comunità, l’idea di avere un obiettivo comune e il benessere come fondamento della vita quotidiana.

Le emozioni, dunque, il famoso “pensa positivo”, ma anche sani rapporti sociali, il senso di appartenenza. Per ognuna di queste affermazioni potrei rimandare a studi scientifici ma preferisco stimolare e incuriosire a prove su noi stessi, al semplice “provare per credere”.

Impariamo ad ascoltarci, ad accogliere ciò che accade, ricordiamo che le emozioni negative innescano un processo di emissione di noreprinefina (o noradrenalina) un messaggero biochimico noto come soppressore della funzione immunitaria. Questo, se qualcuno avesse ancora dei dubbi, conferma il ruolo delle emozioni positive nel mantenimento della salute.

Ma voglio dare qualche spunto, qualche suggerimento: qualcosa che per me appare sempre più importante, direi indispensabile e che rimanda, nell’immediato, un senso di benessere. MI riferisco al contatto con la natura e in particolare al Grounding, il contatto con la terra. Per me che vivo sulla costa di un’isola la cosa più veloce e naturale è andare al mare, stare in acqua e camminare, a piedi rigorosamente scalzi, nella sabbia. Questo mi permette di attingere direttamente l’energia dalla madre terra, senza cemento, gomma o cuoio che mi isoli da essa. La sensazione di benessere che si prova, possiamo provarla anche passeggiando a piedi nudi su un prato, non è solo casuale, ma è il risultato del contatto del corpo proprio con la superficie della Terra, fonte naturale di elettroni e campi elettrici sottili, essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo, in particolare del sistema immunitario, della circolazione sanguigna e linfatica, del rapportarci alla natura e ai suoi ritmi di cui facciamo parte, anche se troppo spesso lo dimentichiamo.

Proviamo dunque ad ascoltarci quando siamo al mare, nel bosco, su un prato, acquisiamo la consapevolezza del momento, del qui e ora, solo così noteremo quanto il contatto con la natura di cui siamo parte integrante ci faccia del bene, ci carichi, ci radichi, contribuendo al nostro benessere, e anche questa volta scopriremo che è stata una nostra scelta a portarci in quel luogo fonte di energia.

Infine, non dimentichiamo che l’attività fisica è essenziale per mantenerci in salute: muoviamoci ogni giorno, troviamo ciò che fa per noi, camminiamo e ricordiamoci che facendolo, ad ogni passo, diamo uno stimolo alla circolazione sanguigna e linfatica e se lo facciamo senza scarpe ancora meglio; cerchiamo un’attività che ci faccia sentire bene e che svolgiamo con piacere non come un’imposizione che non vediamo l’ora che finisca. Personalmente ho trovato la mia dimensione, si tratta della ginnastica posturale femminile, una vera scoperta che mi sento di consigliare.

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