L’OMS definisce la Naturopatia “una disciplina complementare a quella medica che consente di effettuare indagini atte a fornire un risultato integrativo per la prevenzione e la promozione della salute” e considera il naturopata “un professionista che opera in modo autonomo o in equipe, al fine di valutare lo stato energetico-funzionale del soggetto secondo canoni che considerano l’aspetto costituzionale, il concetto di forza vitale, l’alimentazione, lo stile di vita”.

A me piace partire dal significato della parola: si dice che venne coniata nel 1892 dal dott. John Sheel di New York, unendo due termini “cura naturale” e “omeopatia” per definire i suoi metodi di cura e che poi il termine venne ripreso da Benedict Lust nel 1902 come “nature’s path”, sentiero della natura, ovvero la via indicata dalla natura. E questo significato è quello che mi ha maggiormente colpito e convinto da quando ho iniziato a muovere in primi passi in questo mondo.

L’obiettivo della Naturopatia è il mantenimento e il recupero dello stato di benessere psico-fisico ed emozionale. Il ruolo del Naturopata è evidentemente diverso da quello del medico al quale non vuole e non deve sostituirsi: la salute, per il Naturopata, non è data esclusivamente dall’assenza della malattia. Il suo ruolo è quello di aiutare le persone a prendersi cura di sé stesse, del proprio corpo, della propria mente, del proprio spirito, ed aiutarle a vivere in armonia con l’ambiente, con le altre persone, con la natura.

Il Naturopata promuove il benessere, non cura le malattie.

I principi fondamentali della Naturopatia sono quattro:

  • Primum non nocere : prima di tutto non far del male alle persone in nessun modo, ma fornire il sostegno più efficace con il minimo rischio, e per farlo è necessario partire dall’ascolto.
    Vis medicatrix naturae (il potere di guarigione della natura): promuovere l’autoguarigione dell’organismo stimolando la forza vitale naturale insita in ognuno di noi.
    Tolle causam: identificazione e trattamento delle cause; non ci si ferma ai sintomi che sono solo dei campanelli d’allarme perchè l’obiettivo è quello di comprendere le cause di un disequilibrio e lavorare per rimuoverle.
  • Responsabilizzazione del ricevente nei confronti della propria salute: questo è un passaggio basilare: chi si rivolge ad un naturopata deve tener presente che non riceverà un consiglio paragonabile alla pastiglia per il mal di testa, ma avrà difronte una persona che farà domande sullo stile di vita (alimentazione, attività fisica, abitudini) per poi proporre delle soluzioni che abbracceranno ogni aspetto della vita della persona, indirizzate al raggiungimento e mantenimento del benessere che, evidentemente, non significa solo non avere dolori o patologie.
  • Benessere nel senso di salute del corpo, delle emozioni, dei sentimenti, dei pensieri: il naturopata ha un approccio olistico alla persona, la considera cioè come un tutt’uno, la mente non è a sé stante rispetto al corpo e un disequilibrio fisico può essere causato da un disagio mentale, emozionale o viceversa.

Quindi l’obiettivo della Naturopatia è il mantenimento e il recupero dello stato di benessere generale e si prefigge il raggiungimento tramite la prevenzione, l’educazione, la promozione della salute individuale e sociale. 

Diplomarsi in Naturopatia per me ha significato conoscere un mondo immenso fatto di tante discipline, una più affascinante dell’altra, potenzialmente vorrei approfondirle tutte, ma evidentemente ho fatto delle scelte: la riflessologia plantare è la mia vera passione, che integro con altri strumenti appresi e per ognuno dei quali scriverò a breve un articolo conoscitivo. La floriterapia è uno di quelli, utilizzo inoltre l’aromaterapia, la cromopuntura, ricorro ai gemmoterapici, ai Sali di Schussler, tutti strumenti che si inseriscono all’interno della logica del rispetto delle leggi naturali che regolano l’essere umano in quanto facente parte della natura stessa.

Cosa aspettarsi dunque da un primo incontro? Sicuramente una chiacchierata che si baserà sull’attenzione alla persona e non al suo disequilibrio o disturbo, un’analisi delle abitudini personali e la proposta del percorso più adatto, in quel dato momento, che mirerà al riequilibrio e al benessere.

Può essere utile inoltre, durante l’anamnesi, far riferimento alla costituzione (insieme dei caratteri psicofisici di un soggetto sano ed in equilibrio) del soggetto: ogni essere vivente fin dalla nascita ha infatti una propria costituzione che, unitamente alle influenze ambientali che lo condizionano nel corso della sua vita, lo caratterizzano e lo rendono unico. Le predisposizioni costituzionali presenti fin dalla nascita e le influenze ambientali, sia esse positive o negative, formano ed interagiscono con la nostra energia vitale. Le costituzioni omeopatiche (carbonica, sulfurica, fosforica e fluorica) possono essere d’aiuto al naturopata per avere un quadro completo della persona che ha davanti.

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